Incontro Poggio di Sotto in un plumbeo pomeriggio di febbraio, il tempo ideale per chiudersi in cantina, degustare, riflettere. Poggio di Sotto è una cantina in grado in pochi decenni di vita di crearsi una fama inattaccabile, con bottiglie amate e ricercate ovunque nel mondo, puntando tutto sulla semplicità della proposta (due vini, al massimo tre) e un’aderenza al territorio di origine che fa invidia a vicini ben più storici. Ho potuto saggiare con mano, naso e bocca le sfaccettature dei vini dell’azienda, capaci di concentrare al massimo le sfumature del miglior Sangiovese di questa zona, seguendo gli andamenti climatici dell’annata e le difficoltà che ogni anno ogni viticoltore incontra.

La storia è breve e significativa: Poggio di Sotto fa il suo ingresso nel novero delle aziende ilcinesi nel 1989, quando Piero Palmucci acquista l’azienda e il vigneto che la circonda, in un momento in cui certamente il Brunello e Montalcino non avevano l’allure di oggi. La prima annata di Brunello è la 1991, seguita nel 1994 dal primo Rosso di Montalcino e l’anno seguente dal Brunello Riserva, a oggi le uniche tre etichette che l’azienda propone anno dopo anno. Nel 2011, dopo un paio di gloriosi decenni, Piero Palmucci decide di vendere la cantina al gruppo Collemassari capitanato da Claudio Tipa, all’opera già con Grattamacco e Collemassari medesima. L’ingresso nel Gruppo consente alla cantina di ristrutturare diversi locali e soprattutto di censire vigne, suoli e cloni, per perfezionare ancora di più ciò che l’azienda sta proponendo al mondo.

Oggi ci troviamo in una cantina moderna con certificazione biologica per tutti i ventisei appezzamenti sparsi per la Denominazione per un totale di circa venti ettari di proprietà. Poggio di Sotto è oggi un nome di prestigio e le sue bottiglie vanno su assegnazione. Il criterio che utilizza la cantina per dare voce ai propri vini è la selezione dopo i canonici due anni di legno: soltanto in quel momento lo staff si interroga su cosa far uscire come Rosso di Montalcino e cosa invece tenere in legno per proseguire il percorso per diventare Brunello o addirittura Brunello Riserva. Ho particolarmente apprezzato questo aspetto che obbliga l’azienda a lavorare in vigneto in maniera uniforme e approfondita, senza trascurare un vino come il Rosso di Montalcino che, soprattutto oggi, deve essere simbolo di una discreta facilità di beva senza scadere nel banale.

Valentina mi accompagna per un breve giro della cantina che in questo momento sta sviluppando i vini della vendemmia 2024. La vinificazione avviene in legno e cemento, mentre l’affinamento è in sole botti grandi, regolari e maestose. Non c’è molto altro da aggiungere su una cantina essenziale che mi ha consegnato un’immagine ben precisa in testa, un’immagine di tendenza alla perfezione che avvolge ogni elemento interno. Il vino di Poggio di Sotto è un vino essenziale, diritto e profondo, dando spazio al territorio di esprimersi dopo un lungo processo di selezione e maturazione. I grandi vini della Cantina sono destinati a un consumatore attento e appassionato proprio perchè non immediati, ed è un motivo in più per apprezzarli. Qui sotto le recensioni delle tre bottiglie assaggiate con Valentina, che ringrazio unitamente a Paolo Baracchino che ha agevolato anche questa visita. Con la speranza che sia solo la prima di una lunga, lunga serie.

POGGIO DI SOTTO ROSSO DI MONTALCINO 2021

Di profondità più che ampiezza, dalla frutta rossa scura scura quasi nera, di terra e tabacco scuro. Uno scheletro minerale a dare ancora più profondità, ciliegia e mora. Fiori scuri, viola, viola e ancora viola. In bocca è fresco, affilato, di agrumi e tannino, un tannino verticale e ancora appuntito. Frutta rossa scura, ciliegia e amarena. Finale pulito, di terra e tabacco scuro, fiori rossi e arancia. Pulizia, freschezza, eleganza.

IBT 93

POGGIO DI SOTTO BRUNELLO DI MONTALCINO 2020

Tabacco, incenso, chiodi di garofano e viola, arancia scura, una verve balsamica intensa ed elegante. Ammaliante. In bocca è succoso, di agrumi, arancia e lime, struttura tannica avvolgente, la freschezza è sempre la parte principale. Ampio, elegante. Finale pulito, ancora sulle note balsamiche del naso, lunga chiusura fresca e tannica dalla cornice di amarena e viola.

IBT 95

POGGIO DI SOTTO BRUNELLO DI MONTALCINO RISERVA 2019

Profondo su cenni terziario di terra e tabacco, a tratti porcino e tartufo, con note rosse scure di frutta e fiori. Melograno e paprika dolce. Più fiori che frutta per un naso intrigante, raffinato, austero. La bocca è piena, tesa, dal tannino avvolgente, con una freschezza mai esasperata, note di frutta rossa e agrumi, amarena. Intensità poco sopra la media. Finale lungo, asciutto ed elegante, cenni minerali, poi ciliegia, amarena, fiori rossi.

Vino di estrema eleganza, con l’annata a definirsi in longevità e profondità. Palato davvero avvolgente, naso di grande prospettiva.

IBT 97