Visita e degustazione presso la cantina Elio e Silvia Altare di La Morra, Barolo.

Torno in cantina da un peso massimo della Storia del Barolo, ovvero Elio Altare, uomo viticoltore che – con altri – ha saputo dare una dimensione diversa alla materia Barolo, cambiando per sempre dagli anni ‘80 in avanti.

Siamo a La Morra, a pochi passi da L’Annunziata, e la Cantina sorge su un pendio collinare che domina la piccola valle sottostante, un panorama adatto a comprendere la bellezza intrinseca di questi posti e dell’attaccamento alla terra che tanti hanno. Elio Altare è oggi un nome di rilievo quando si parla della storia del Barolo, eppure tutto ha avuto origine dal desiderio di quello stesso Elio ragazzo, un ragazzo dubbioso sul vino che veniva proposto all’epoca, un ragazzo curioso e spinto a tentare di cambiare qualcosa. La cantina familiare sorgeva dove sorge ancora oggi la cantina di Elio, con le botti grandi – grandi e vecchie – a dominare la scena, botti grandi che all’epoca – poco dopo la Seconda Guerra Mondiale e il successivo abbandono delle cantina da parte di chi preferiva recarsi in città a lavorare in fabbrica – non erano curate bene come lo sono oggi.

Il vino Barolo dell’epoca era decisamente più rustico rispetto a quello attuale, residuo di una cultura contadina attenta agli sprechi e poco avvezza a sacrificare la quantità alla qualità, preferendo tenersi per sé il raccolto migliore e proporre al mondo un vino meno interessante, meno curato, più ruvido e tannico. Le botti grandi e vecchie erano un ricettacolo di possibili alterazioni, dando spazio a difetti che la bottiglia avrebbe esaltato nel tempo in giro per il mondo. 

Elio e altri, prevedendo la possibilità quasi certa di doversi occupare delle terre di famiglia, si spinsero a curiosare altrove. Elio andò in Francia a studiare la Borgogna agli inizi degli anni ‘70, cercando di captare i dettagli necessari per svilupparsi come uomo e come artigiano del vino, arrivando a essere il primo in Langa a comprare delle barrique. Prova ne è un certificato ancora appeso in cantina di cui Elio va particolarmente fiero. 

Incontro Silvia Altare, la figlia di Elio, che mi contagia con il grande entusiasmo che il mondo conosce: Silvia è oggi a capo dell’azienda paterna ed Elio – che sono certo non sarà parco di consigli – sorveglia dall’esperienza delle sue molte vendemmie.

La cantina è piccola, adatta a ospitare le poche decine di migliaia di bottiglie che l’azienda propone al mondo. Poche etichette, niente bianchi nè bolle nè altro di strano, solo le uve locali ovvero Barbera, Dolcetto, Nebbiolo. In vinificazione poco o nulla di strano, dei bei rotomaceratori orizzontali che agevolano delicatamente il mosto, per passare poi al contenitore di legno principe della cantina Elio Altare, ovvero la Barrique.

Elio ha scelto dagli anni ‘80 di utilizzare soltanto la barrique per affinare i propri vini, radicalizzando una scelta che ha contagiato tanti altri colleghi e che ancora oggi segna i vini di molti produttori. Se alcuni dei coevi di Elio hanno dismesso le barrique per passare ad altro (o aggiungere metodologie differenti), Elio non è mai tornato indietro dal giorno in cui con un’ascia ha distrutto le botti paterne. Un bell’esempio di coerenza per un territorio ancora oggi giovane e che – a mio avviso – non è ancora ai livelli cui il Nebbiolo può ambire. La storia aziendale è breve eppure significativa del passaggio generazionale che oggi Silvia prosegue: anche per lei la botte piccola è l’unica strada per dare spazio al vino, prediligendo affinamenti brevi e con botti non nuove, dalle tostature medie e lievi. Le etichette disponibili sono dunque poche e con tirature di qualche migliaio di bottiglie, con il Dolcetto ad arrivare a 15.000 bottiglie, la barbera a 10.000 e i Barolo a poche migliaia ciascuno.

Qui sotto le recensioni dei vini degustati con Silvia ed Elio. Cosa mi porto a casa da questo incontro? Prima di tutto la genuina spontaneità di una famiglia di agricoltori e viticoltori che non ha mai preteso di cambiare il mondo del vino ma che semplicemente ha seguito i propri orientamenti e li sta portando avanti ancora oggi. Penso che una materia come il vino, in special modo in un mondo in cui la mole di informazioni è enorme e sovradimensionata rispetto alla dimensione del singolo uomo, abbia bisogno di rivoluzioni costanti e uomini in grado di reggerne la pressione. C’è anche sempre più bisogno di onestà intellettuale perché il consumatore si sta informando sempre di più e ha i mezzi per farlo. Per cui viva chi come Elio e Silvia non ha paura di proseguire su una strada non tracciata, con impazienza, coraggio, volontà e onestà.

Dolcetto 2023

Di profumo di frutti rossi, ciliegia e amarena, discreta speziatura. Sì amplia sui fiori rossi. In bocca è bello teso, più sapido che fruttato, bella lunghezza e un filo di tannino a concludere.

IBT 90

Barbera 2023

Freschezza fruttata di frutta rossa scura, discreta vena balsamica di menta, in bocca è ampio e godibile, sempre sulla frutta rossa. Conclude sulla freschezza, di frutta e di sapidità conclusiva.

IBT 90

Langhe Nebbiolo 2023

Di discreta ampiezza, dalla rosa alla fragola acidula, un tocco agrumato. Fresco in bocca, sempre su toni agrumati, tannino fine. Chiude tannico e sapido, di lunghezza prolungata.

IBT 91

Barolo 2020

Ampio su note di fragola e mora, quasi lampone, cenni agrumati e una buona finezza balsamica. In bocca è fresco e di struttura snella, ampio sul tannino e croccante sugli agrumi. Lungo sul tannino con una conclusione di legno.

IBT 92

Barolo Arborina 2020

Compatto su note di frutta rossa e un tocco di legno, spezia rossa e nera a dare ampiezza, un filo balsamico in evoluzione. In bocca è profondo e di buona ampiezza, frutta rossa e agrumi, arancia e un tannino ancora non domo. Conclude tannico e prolungato.

IBT 93

Barolo Riserva Cerretta 2018

Profondo e balsamico, di menta e fiori rossi freschi, rosa e spezie rosse. Si amplia lentamente, melograno e pepe nero. Fresco e lento nel dispiegarsi in bocca, agrume e tannino, frutta rossa e una bella sapidità a farsi avanti. Finale lungo e tannico, frutta rossa ma soprattutto agrumi rossi.

IBT 93