Naso: qui siamo ovviamente su territori sherried ma la matrice della distilleria è la medesima: abbiamo dunque biscotti ai cereali e miele millefiori più qualche frutto rosso non ben identificato, ma vicino a fragola e ciliegia. C’è anche una componente ai limiti del chimico, quasi un’affumicatura ma molto lieve, niente di pericoloso. Basilico, quasi pesto alla genovese. Con acqua emerge la frutta rossa ed anche delle erbe di campo, come ho già detto, come spesso accade negli sherry casks.
Gusto: imbocco caldo ed avvolgente, anche qui punte di pepe bianco ma niente sale, poi un gran miele d’acacia ci avvolge accompagnato dai frutti rossi, piccoli ed acerbi ma anche mela rossa e pera. Masticabile. Con acqua non si slega ma resta compatto, emergono punte di fave di cacao e vaniglia.
Finale: più lungo del dodicenne, qui abbiamo miele d’acacia, tannini del legno e frutta rossa. Lungo e avvolgente.
Commento: tutto l’opposto del fratello, un naso così così ma palato e finale da campioni. Diamogli lo stesso voto, siamo veramente testa a testa.
Valutazione: 86
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