Le sorprese langarole non paiono essersi fermate ed eccomi a raccontare una nuova cantina alla seconda vinificazione in un territorio che oggi presenta alcune barriere all’ingresso piuttosto importanti, ma se si ha la fortuna di averci già un piede dentro la situazione può essere una grande opportunità.

Sulle opportunità mi sono confrontato con Isacco Costamagna, giovanissimo viticoltore con un percorso di studi in Enologia e una carriera indirizzata al controllo enologico presso altri prima di una presa di coscienza sul proprio futuro e sugli appezzamenti del nonno. Siamo a pochi passi da La Morra in località Torriglione: il Comune è visibile poco più in alto e di fronte si stagliano le Rocche dell’Annunziata, di cui tanti anni fa il nonno di Isacco possedeva un pezzettino, prima che questa Menzione diventasse ciò che è oggi.

Non un rimpianto, certamente, ma la spinta ulteriore a voler piantare la propria bandierina in questa terra, con la decisione prima di affittare le terre ai vicini svolgendo qualche prova di vinificazione e poi la scelta di vinificare in proprio, iniziando a strutturare la Cantina che oggi non è ancora conclusa. Isacco ha iniziato la propria carriera vinificando un Langhe Nebbiolo dall’annata 2021 in circa 6000 bottiglie, un vino che si fa subito apprezzare per precisione e anche una discreta ampiezza, da cui mi attendo qualcosa anche in termini di affinamento.

Le vigne sono al Torriglione e nel cru Boiolo (la parte chiamata Fontanazza) anche se queste ultime  sono state ripiantate da poco e non ancora in produzione: la prospettiva è di avere vigne sia per un Langhe Nebbiolo sia per un Barolo possibilmente nel Comune di La Morra, proprio per un attaccamento a questo Comune da sottolineare e apprezzare.

La filosofia produttiva di Isacco è orientata alla personalità e alla predominanza della vigna sulla cantina, scegliendo di mantenere una produzione contenuta e facila da sorvegliare dall’alto, come i tanti piccoli che si sono fatti un nome di rilievo su queste colline. Sotto il famoso Torriglione – di proprietà della famiglia – verrà costruita la parte di affinamento in legno per il futuro, mentre la parte superiore potrebbe diventare un luogo di ricezione turistica, anche per la posizione privilegiata e la vista panoramica da non sottovalutare.

L’annata 2022 ha dato modo a Isacco di sperimentare un rosato – sempre di Nebbiolo – che ho modo di assaggiare in anteprima dalla vasca e che presenta una freschezza davvero importante, la vendemmia anticipata ha evitato un frutto troppo maturo e non in grado di rispettare la categoria di questo vino che immagino avrà ancora qualche mese di attesa prima di vedere la bottiglia. Ho apprezzato anche l’estrema chiarezza di isacco nel raccontare la scelta di vita senza ammantarla di chissà quali significati esoterici se non un semplice e veritiero attaccamento alla terra del nonno e a radici che oggi tanti giovani stanno scoprendo (con buona pace della generazione di mezzo) e che mi auguro abbiano a cuore per sempre.

L’avventura di Isacco è appena cominciata ma mi sembra che le prerogative siano corrette e correttamente eseguite, perlomeno in questi primi vagiti di Cantina: non vedo l’ora di vedere i prossimi passi e assaggiarli proprio qui, al Torriglione.