CLAUDIO ALARIO DOLCETTO SORÌ PRADURENT 2020

CLAUDIO ALARIO DOLCETTO SORÌ PRADURENT 2020

Che Claudio Alario nei segni particolari possa scrivere “dolcetto” penso sia incontestabile, anche solo per le tre etichette proposte provenienti da tre vigneti differenti: sarebbe più facile mettere tutto insieme e commercializzare una sola etichetta, ma conoscendo quanto lavoro c’è in vigna si può comprendere come l’orgoglio abbia avuto il sopravvento. E per fortuna, aggiungiamo: questa bottiglia di Dolcetto Superiore si classifica sempre ai primi posti delle mie preferenze, aldilà del rapporto umano che si è creato negli anni con la famiglia. Affinamento di dieci mesi in acciaio e poi via, verso la bottiglia e il mio bicchiere. Attenzione: può finire subito.

Scuro e fresco, dalla presente croccantezza della frutta rossa scura, di ciliegia e mora, cenni di ribes e mirtillo, una vena scura di terra a dare profondità. Ampio e deciso eppure avvolgente, suadente e appagante.

Bella trama sapida, dalla freschezza croccante e puntiforme di arancia sanguinella e ciliegia, mora e lampone. Discreta ventata minerale, di scorza di arancia e cedro.

Lungo, sapido e minerale, arancia amara e ciliegia, mora e limone. Bell’abbraccio conclusivo.

Dolcetto di personalità con una finitura minerale intensa e profonda, frutto di un lavoro cristallino in vigna che si ripercuote sul calice finale. Resta agile al sorso come suggerito dall’uva, non vedo perché non provare a farlo affinare un paio d’anni.

IBT 91