MIRÚ GHEMME VIGNA CAVENAGO RISERVA 1997
Di ritorno dall’ampia degustazione di vini dell’Alto Piemonte al Castello di Novara di alcune settimane fa, ho pensato di concludere la giornata con un ritrovamento direttamente dalla cantina di famiglia: questa bottiglia è stata acquistata in un momento imprecisato e da allora è rimasta in cantina (anzi, due cantine differenti) fino all’assaggio. Mirù è un produttore oggi piuttosto noto benché non di rilievo assoluto (come l’intera denominazione) e che gode di buona fama specie su questa Riserva dalla Vigna Cavenago: Nebbiolo e un saldo di Vespolina con 18 mesi di affinamento in botte grande. Versato in calice senza decantazione, ho redatto le notes in tre momenti differenti per dare modo al vino di raccontare la sua storia.
Di intensità importante e profondità altrettanto inequivocabile, ingresso di goudron, gomma e catrame con cenni di funghi secchi, terra e un filo di cacao amaro. La parte fruttata appare lontana con echi di ciliegia e amarena. Si prosegue su tartufo nero, tabacco scuro e umido, cenni di rame e terra scura. Dopo mezz’ora appare la liquirizia con cenni di mora. Si fanno notare elementi balsamici rilevanti dopo tempo, rosmarino, basilico e cenni vegetali ed ematici.
Intenso ma soprattutto fitto e dalla trama tannica ancora in vita, certo è un tannino ammorbidito e dalle durezze discrete eppure con una croccantezza notevole. Frutta rossa scura, amarena e ciliegia, dalla sapidità inequivocabile e che si colora di note minerali e citriche, arancia in scorza e limone. Senza alcun cedimento.
Lungo e più sapido che tannico, chiusura fresca agrumata e di frutti rossi con un lungo strascico di goudron, degno collegamento con il bouquet.
Naso cangiante e mutevole, da perderci tanto tempo anche solo per provare a elencare le sensazioni riscontrabili: non sono un amante del Nebbiolo affinato per così tanto tempo ma è innegabile il fascino di questa bottiglia, a partire dal colore ancora lucente scendendo al bouquet evoluto fino al palato ancora fresco e tannico. Una grande bottiglia, nonostante la scarsa cura del precedente proprietario.
IBT 94
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