TRE MONTI THEA BIANCO 2020

La generosità di Vittorio Navacchia – enologo di Tre Monti – è disarmante e mi mette spesso in difficoltà. La famiglia ha purtroppo subito recentemente una perdita importante con Sergio che è andato a curare le viti lassù in cielo dopo tanti anni qui in Romagna, a Imola, dove Tre Monti ha sede. La Cantina è un punto saldo della viticoltura romagnola grazie a una serie di prodotti contemporanei e, a volte, lungimiranti, basati sulla precisa conoscenza della vita dell’uva e del percorso in cantina, conoscenza necessaria per osare e cercare di alzare l’asticella. Assaggio l’ultima uscita di Thea Bianco, Petit Manseng in acciaio, vino destinato anche all’affinamento ma soprattutto alla gioia. Stappiamo, non prima di un grande abbraccio virtuale a Vittorio e alla famiglia.

Ampiezza di gran lunga superiore alla media con note di terra, calcare, e frutta con guscio, nocciola, a introdurre la parte più succosa e fruttata di pesca, albicocca, litchi e melone. Frutta secca e frutta candita, scorza di arancia candita, poi leggere spezie, ananas, zagara e garofano. Ananas sciroppata.

Pressoché identico al naso esplorando maggiormente la componente sapida e agrumata, dall’ananas sciroppato all’arancia, poi limone e cedro, scorza di lime e frutta gialla, albicocca secca e frutta secca. Sapidità mai sopra le righe, intensità puntuale.

Lungo e sapido, freschezza agrumata e leggermente speziata, fiori gialli, agrumi e frutta tropicale. Intenso.

Questo vino si conferma come uno dei bianchi che più hanno soddisfatto il sottoscritto: da una parte l’espressività (se vogliamo anche tecnica) e l’ampiezza, dall’altra la beva e la piacevolezza in ogni frangente (naso – palato – finale) che hanno poco da invidiare a prodotti ben più blasonati o costosi. Auguro ogni bene alla Cantina.

IBT 92