Ho immediatamente apprezzato lo stile di Giorgio Meletti Cavallari nel momento in cui, dopo due minuti dalle presentazioni, mi ha caricato sul furgone e mi ha portato a vedere una delle più belle vigne della Maremma incontaminata con vista mare: momenti che porterò a lungo nel cuore. Giorgio è un artista che interpreta vitigni e annate a proprio gusto, pennellando vini decisi ma amichevoli, precisi ma facili a bersi, onesti intellettualmente ed enologicamente senza doversi inventare chissà che cosa. Per questo Bolgheri Bianco i vitigni sono Viognier e Vermentino, nel tentativo di far coesistere uva autoctona ed uva estera: difficile? Vediamolo subito alla prova del calice.
Freschezza citrica che si colora di frutta bianca, dalla pesca al melone, sempre su un tono austero e mai smaccato, di garbo ed eleganza. Resta un vino di complessità, cenni di nocciola e di erba fresca, leggermente minerale e balsamico.
Buona intensità, bella trama sapida e leggermente minerale, ancora agrumi e frutta bianca, pesca, melone e limone, lime e un filo di cedro. Anche qui prevale l’austerità che si colora di note minerali e sapide a lungo andare.
Media persistenza, banana acerba, cedro e limone, un filo di tostato e chiusura sapida e minerale.
Bianco di austerità giocato sulle note croccanti del viognier e aggiungendo la sferzante personalità del vermentino, unendo note pulite e ben distinte, di carattere. Ottimo a tavola, ci si può giocare molto bene.
IBT 90
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