POSSA – RIOMAGGIORE – IN CANTINA
Sono stato qualche mese fa in Valtellina, una terra vitivinicola caratterizzata dai terrazzamenti e da pendenze importanti, tanto da definire l’opera in vigna come eroica. Non ho trovato poi così tante differenze da un punto di vista pratico e fisico nella mia visita presso la cantina Possa: ci troviamo a Riomaggiore, una piccolo comune vicino a La Spezia, noto per la produzione di Sciacchetrà, un vino passito di produzione piuttosto contenuta, arrivando a poche migliaia di bottiglie annue sommando tutti i produttori.
Possa si configura come azienda peculiare per vari motivi: prima di tutto la produzione di sciacchetrà è suddivisa tra diverse etichette, una delle quali con maturazione in anfora, e poi perché Heydi è stato uno dei primi a tornare alla terra dopo che, come mi ha correttamente spiegato durante la nostra chiacchierata, la generazione dei genitori a cavallo tra gli anni 70 e 80 aveva preso altre strade, una pratica piuttosto comune in varie zone d’Italia.
Heydi ha lavorato per il parco nazionale nel settore turismo per vari anni prima di decidere di riprendere in mano le terre di famiglia dove si trascorrevano le domeniche, e lentamente provare a ristrutturare quel complesso sistema di terrazzamenti e muretti a secco dove si trovano le mie, andando anche a interessarsi personalmente ad appezzamenti vicini, abbandonati, oppure non più interessanti per i proprietari. La similitudine con la Valtellina è evidente, se non che al posto del fondo valle c’è il Mare, un mare che va a influenzare la vita della vigna e del vino che ne fuoriesce.
Un altro particolare è la presenza in questo angolo di terra non solo della vite ma anche di tutta una serie di piante da fiore e piante da frutto, varie erbe, che rendono la cantina un orto botanico in cui la vigna è soltanto un ospite, probabilmente quello principale ma non per questo l’unico. L’influenza del mare è netta e, se da un lato limita gli effetti dell’umidità e del ristagno idrico, dall’altro è un elemento che con l’insita imprevedibilità può complicare le cose, specie in annate molto piovose dove è difficile gestire questo equilibrio.
Assaggiando i vini nella cantina di affinamento tra i caruggi di Riomaggiore è impossibile non notare un’anima sapida soprattutto al palato ma anche all’olfatto che accomuna tutte le etichette, dai Bianchi al Rosso ai Passiti: il mare è dunque elemento cardine nella produzione del vino insieme alle oggettive difficoltà nel coltivare questa terra, se di terra si può parlare, con apprezzamenti minuscoli e un sistema di rotaie con un trenino utile a trasportare uva e materiali durante tutto l’anno.
La proprietà arriva fino all’isola di Palmaria da dove ha origine il bianco Parmaea, vendemmia in barca per Albarola, Vermentino e Trebbiano: un bianco che sa coniugare il suolo bianco con l’ingombrante influenza marittima, con garbo ma decisione. Rosso e Bianco di terraferma, rispettivamente U Veciu e U Neigru, proseguono su un ideale equilibrio tra asperità ed eleganza, mentre le tre versioni di passito (U Stragnu, Rinascita e Sciacchetrà in anfora, degustato direttamente dall’anfora) danno tre interpretazioni differenti della materia, con il primo di grande piacevolezza e beva e il secondo dalle inedite note scure. Per lo Sciacchetrà le considerazioni sono molte: un vino importante per profondità, ampiezza, durezze sempre in vista e una mineralità inusuale per la tipologia, ma di certo dovuta al territorio di provenienza. Due grandi vini senza dubbio, nell’Olimpo dei passiti italiani.
Credo che sia impossibile per chiunque provare a cimentarsi in un’impresa del genere, con difficoltà e soprattutto imprevisti naturali dietro l’angolo, senza una vera e radicata passione per la terra, una sorta di missione che va portata avanti un terrazzamento alla volta, avendo cura di accettare le difficoltà e soprattutto farsi carico delle esperienza degli anziani, visto che la vite qui esiste almeno un migliaio di anni altro elemento cardine dell’opera di Possa e il ritorno, o per meglio dire la riscoperta, di alcune uve impossibile da trovare ancora, tralasciando Bosco e Albarola che in un certo qual modo sono note: la scelta di dedicarsi a Rossese Bianco, Regina, Bonamico è esemplare.
Ringrazio Heydi per il tempo che mi ha dedicato: Possa si pone tra i vertici liguri per aderenza e affetto per la terra, una passione a tratti esasperata per queste terribili terrazze da cui provengono vini deliziosi, che so già che non mancheranno più nella mia cantina.
Lista dei Vini Degustati:
Possa Azienda Agricola
Via Sant’Antonio, 72 – Riomaggiore (La Spezia)
info@possa.it
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