PIERCARLO CULASSO BARBARESCO DUESOLI FASET 2018


Parlare con Martina Culasso mi ha dato la dimostrazione incontrovertibile di come le Langhe siano mutate negli ultimi anni: i giovani, ovvero sotto gli anta, stanno facendo un lavoro egregio con un approccio ambientale completamente diverso dalle generazioni precedenti, frutto di una sensibilità nei confronti del territorio mediamente superiore alle generazioni precedenti. I vini delle cantine in cui opera la nuova generazione hanno spesso questo afflato circolare in cui il liquido nella bottiglia è solo parte del processo e non l’unico risultato perseguibile a scapito delle altre parti in causa. La mia speranza è che questa nuova generazione sia in grado di cooperare per dare alle Langhe (ma non solo qui) un futuro ancora più luminoso di quello che vediamo oggi, spesso purtroppo edulcorato da uno storytelling ben poco aderente al territorio, scritto magari da chi in zona viene due volte l’anno.

Si avverte un filo di legno a introdurre il bouquet, con la consueta ampiezza, dall’importante vena balsamica ed ematica, rame e fragola, radice di liquirizia e mirtillo, mora e lampone. Discreta complessità con note pulite.

Freschezza agrumata di limone e scorza di arancia, a consolidarsi con un tannino importante che cresce nel tempo, dotato di un bagaglio sapido importante. Cenni di frutta rossa, ribes e mirtillo, mora, dalla buona finezza. Palato importante ma non grasso, giocato sull’affilatezza.

Lungo e compatto, note sapide ma soprattutto agrumate, arancia, con la frutta rossa a distendersi a lungo, mirtillo, ribes e mora.

Vino importante che va atteso ancora un attimo, giocato sicuramente sull’eleganza ma anche su una certa fermezza del palato, dove le durezze la sanno ancora lunga. E continueranno a farlo per almeno un paio di decenni.

IBT 92