La storia di Ca’ del Baio comincia 150 anni fa con la prima generazione della famiglia Grasso a trasferirsi in questo angolo del comune di Treiso: poter prevedere di riuscire a portare avanti ancora oggi il nome e la tradizione agricola penso che sia impossibile, ma mi piace pensare che Giuseppe, il capostipite, abbia voluto sognare in grande. Oggi la famiglia Grasso è rappresentata da Giulio e Luciana e le tre figlie Federica, Paola e Valentina a dividersi gli oneri della conduzione aziendale. La Storia ha dato la possibilità a Ca’ del Baio di poter coltivare un pezzo di Asili, cru tra i più importanti del Barbaresco da cui escono bottiglie leggendarie. Assaggio l’ultimo nato, ovvero la vendemmia 2019: due anni di legno grande e tonneau prima del vetro.
Tamarindo, cola, spezie rosse di grande carattere, abbondante frutta rossa, mora, ciliegia amarena e fragola, dalla struttura importante. La profondità è evidente, così come la pulizia, lasciando ampio spazio di discussione sulle note: evitiamo di fare un elenco.
Imbocco netto e tannico, dalla verticalità che si estende velocemente, lasciando spazio a note sapide e affilate note agrumate, citriche. Frutta rossa compatta, dalla fragola disidratata alla mora, cenni speziati per un palato importante, non opprimente, di carattere e personalità.
Lungo, sapido, spezie rosse, frutta rossa compatta e succosa, fragola e mora, amarena e ribes, scorza di arancia e una discreta vena balsamica in chiusura, sempre in chiave sapida.
Un Asili di carattere, dando ampio spazio alla verticalità del cru: se al bouquet l’ampiezza è importante, al palato la struttura è fonda e compatta, di complessità notevole ma non caotica, dando spazio a una piacevolezza che forse ha ancora bisogno di un paio d’anni di crescita. Bottiglia importante.
IBT 93
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