Chi si ferma è perduto, per cui eccomi qui con una visita in cantina da Cigliuti, azienda vitivinicola di Neive che si dedica da tanti anni alla gestione di un piccolo patrimonio di vigne che danno vita a pochi e selezionati vini, tutti gestiti con cura maniacale. Ho potuto intrattenermi alcune ore con Claudia Cigliuti, ovvero la quinta generazione di questa famiglia e ho potuto afferrare alcuni dettagli di questa cantina, ben sapendo che la costanza nelle visite e negli assaggi sarà mia premura.

La Storia della famiglia Cigliuti è da sempre legata alla Serraboella, storico cru di Neive da cui hanno origine la maggior parte dei vini. Non dimentichiamoci però del Bricco di Neive da cui nasce il Barbaresco Vie Erte e il Langhe Nebbiolo, mentre Barbera in due versione e il leggendario Barbaresco Serraboella arrivano dal cru omonimo. Il papà e lo zio di Renato Cigliuti erano soliti vendere le uve e una piccola quantità di vino sfuso a vicini di casa e abitanti del circondario, ma Renato ebbe la fermezza e la volontà di fare un passo ulteriore e iniziare a vinificare in proprio, cosa che successe nel 1964 con le prime 300 bottiglie siglate Renato Cigliuti, seguite da un quantitativo maggiore ma sempre modesto con la grande annata 1967.

La situazione langarola negli anni ‘60 e ‘70 era ben diversa da quella di oggi, con la maggior parte degli adulti e dei giovani che cercavano ogni modo di sfuggire alla campagna, alla “malora” di fenogliana memoria: un panorama agricolo desolato e arido di soddisfazioni, in parte per la Seconda Guerra Mondiale e in parte il per Boom economico italiano che aveva spinto l’economia verso il settore secondario, lasciando indietro la campagna e i piccoli borghi spopolati. I grandi nomi del vino langarolo, tra cui sicuramente Renato Cigliuti, non riuscirono a voltare le spalle a quel mondo e rimasero, pur tra difficoltà enormi. Il Nebbiolo non aveva l’allure che ha oggi, e neanche gli altri vini delle Langhe se la passavano bene.

Oggi è cambiato molto, grazie anche alla perseveranza di Renato e degli altri che sono rimasti: il Nebbiolo è un’uva consolidata e considerata tra le più preziose al mondo, ma come ribadisce Claudia, qui non è cambiato molto: le botti sono sempre grandi, le fermentazioni sono sempre lunghe, il vino è adatto all’invecchiamento decennale. Renato iniziò anche a lavorare sulla qualità andando a sperimentare con i diradamenti, una pratica oggi comune ma allora considerata uno spreco e una follia. Avendo due figlie, Claudia e Silvia, e non pensando che un giorno le due sorelle avrebbero voluto dedicarsi alle fatiche della terra, Renato ha preferito dedicarsi ai pochi ettari di proprietà invece di acquisirne di nuovi.

Oggi la maggior parte del tempo è impiegata in vigna, dove la famiglia gestisce ogni aspetto personalmente, così come la vendemmia e le operazioni in cantina, per quanto minime possano essere con vini dal lungo affinamento. Claudia mi mostra anche la cantina originale, sotto la casa dove la famiglia abita e dove oggi riposano alcune vecchie annate (delizia) e le bottiglie di famiglia che ci si regala nelle occasioni. Uno spaccato di quanto fosse ridotta la dimensione in cui Renato gestiva i vini all’inizio della sua avventura come viticoltore.

Assaggiamo qualcosa? Perchè no: partiamo dalla Barbera d’Alba Campass 2019 dal vigneto singolo omonimo con un passaggio in barrique, selezione iniziata nel 2000 per dare voce a un vigneto particolarmente vocato. Il Langhe Nebbiolo 2020 introduce il discorso nebbiolo con un vino sì agile e croccante, eppure con un’eleganza olfattiva rara e che rappresenta il filo conduttore dei vini della cantina, eleganza ribadita dal Barbaresco Bricco di Neive Vie Erte 2017, dalla struttura verticale e fresca per un vino senza mezzi termini. Il Barbaresco Serraboella 2018, nonostante la gioventù, si staglia invidiabile per classe e personalità, un vino profondo e ampio tanto buono oggi quanto promettente in affinamento. Un lento abbraccio tanto classico quanto gradito.

Concludo qui questa esperienza ringraziando Claudia per il tempo che mi ha dedicato e soprattutto per avermi introdotto in un altro gioiello della corona del Barbaresco, un territorio tanto piccolo quanto colmo di deliziosi vini, grazie alla lungimiranza e alla perseveranza di chi, come Renato Cigliuti, non ha lasciato la terra per qualcosa di più comodo, ma di certo non così straordinario come la Serraboella.


Lista dei Vini Degustati:


Azienda Agricola Fratelli Cigliuti
Via Serraboella, 17 – Neive
https://cigliuti.it
info@cigliuti.it