SANDRONE BAROLO VITE TALIN 2015

Doppio Vite Talin di pomeriggio? Può capitare, grazie a Luciano Sandrone e a Francesca Cioce, che ringrazio di cuore. Vite Talin non è un Barolo come gli altri perché proviene da una mutazione di Nebbiolo virosata dalle peculiarità differenti: grappolo più piccolo, acini spargoli e foglia più spessa. Questa pianta è stata scoperta da Luciano Sandrone anni fa e, dopo un consulto serrato con Anne Schneider – ampelografia di fama mondiale – la Cantina ha pensato di farne una selezione e provare a dare dignità a questa variante. Il primo risultato – dopo venticinque anni di prove – è l’annata 2013, ovvero la prima ad essere vinificata e imbottigliata ufficialmente. Talin è il nome del vecchio proprietario dell’appezzamento affittato da Luciano nel 1987 e contenente la prima vite di questo tipo. Assaggio con Barbara e Stefano l’annata 2015: tre anni di legno e tre anni di vetro prima della commercializzazione.

Inizialmente profondo e croccante di frutta rossa, mora, amarena, ciliegia e mirtillo con cenni di fragola, il tutto dall’importanza olfattiva e dalla profondità rilevanti. Speziato e terroso, di notevole ampiezza del bouquet. Si prosegue su note balsamiche sul pino silvestre senza dimenticare la parte floreale, rossa e scura.

Importante e profondo, succoso ma intenso, dal tannino dritto ad accompagnare la parte di frutta rossa scura, mora e ciliegia. Cenni di arancia, ma la parte scura è prevalente, andando a costruire una struttura tanto fitta quanto materica, di granitica espressione.

Lungo e dal tannino importante, con note terrose e di frutta rossa, ciliegia e mora.

Barolo impossibile da definire, andando a creare una categoria a parte. Qui il concetto di unicità brilla, non solo per la vinificazione o per la mano della Cantina, ma per il frutto di provenienza. Da sottolineare la perseveranza di Luciano e famiglia nel voler credere in quel sogno chiamato Nebbiolo.

IBT 94