Dopo alcuni pesi massimi dell’ecosistema vitivinicolo della Valtellina, mi dirigo verso Cà Bianche, entità di recente fondazione ad opera della famiglia di Davide e Stefania Bana (per tacere del cane Elvis). Ci troviamo a Tirano nella zona più a Est della Valtellina e, dopo una scalata di pendenza rilevante, la Cantina è a circa 700 metri di altitudine con una vista che toglie il fiato. Le vigne sono intorno all’azienda (che è anche l’abitazione di Davide) e danno vita a quattro vini differenti, ciascuno da un appezzamento diverso: le uve dello Sforzato provengono dalle viti appena sotto la sala degustazione, creando un legame visivo a dir poco evocativo.

Davide ha preso in mano le vigne di famiglia da pochi anni: nel 2005 il nonno gli consegna le chiavi della vigna e dal 2007 la cantina viene costruita, o meglio aggiornata a questa nuova versione. La prima vinificazione è del 2011 con duemila bottiglie, mentre oggi Davide lavora su tre ettari di vigne per circa diecimila bottiglie annue.

Tutto qui? Assolutamente no: da sottolineare prima di tutto il richiamo della terra che ha portato Davide ad abbandonare la vita precedente – con le relative sicurezze e comodità – per portare avanti un discorso transgenerazionale di agricoltura, il lavoro manuale che sta richiamando i giovani in varie parti d’Italia. Una scelta consapevole fino a un certo punto, tra difficoltà e incertezze legate all’ambiente, con variabili impossibili da controllare.

Le vigne di Davide sono abitate da decenni, tanto che alcune piante superano il mezzo secolo di vita: la concentrazione dei vini ne risente, con un denominatore comune nel palato, di corpo e struttura. La freschezza di montagna è garantita dall’altitudine delle vigne e dalla ventilazione costante, particolari che mi hanno ricordato la Val Venosta. La morfologia permette al Nebbiolo di esprimersi in un ambiente incontaminato e, specie in questa fase autunnale, emozionante.

Andiamo ad assaggiare qualcosa? Le uscite sono quattro, una per ciascuna categoria della denominazione: partendo dal Rosso di Valtellina La Malpaga (dal nome della vigna di origine), si passa alle due versioni di Valtellina Superiore La Tena e La Tena Riserva, giungendo allo Sforzato Fasèt (scherzando sull’omonimia con la MGA di Barbaresco). Nonostante l’altitudine e la freschezza, i vini sono accomunati da una discreta profondità e anche dalla longevità che di certo potrà ancora regalare qualcosa in termini di ampiezza ed eleganza. 

Definire questi vini come rustici non è corretto: nonostante le piccole dimensioni della Cantina la mano di Davide è attenta e anche con vendemmie meno rilevanti (come la 2017) il risultato è di gradevolezza e dal discreto tocco balsamico. In sede di recensione ho menzionato il Nebbiolo di Monforte, idealmente cugino con la profondità e la balsamicità che solo il Nebbiolo sa regalare al bicchiere.

Concludo prima di tutto ringraziando la Cantina per l’accoglienza in questo angolo di paradiso, augurando a tutti di poter assaggiare uno (o più) dei vini di Davide ammirando la Valtellina dall’alto. L’esempio vivente di come cambiare vita tornando alle origini: tornando alla terra.


Lista dei Vini Degustati:


Cà Bianche
Via Santo Stefano, 15 – Tirano
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info@cabianche.it