Riassumere una visita in cantina della durata di qualche ora è sempre complicato, ma in special modo con Beppe Boffalora e le sue vigne impossibili da dominare per chi è cittadino come me. La cantina apre i battenti nel 2002 e in poche vinificazioni Beppe riesce a farsi strada e con un bagaglio di idee non convenzionali porta avanti una piccola realtà, piccola ma solida a dir poco, come lo sono le sue vigne a 700 metri.

La cantina è piccola e condivisa con un collega: le vinificazioni sono spontanee e anche lo Sforzato si basa su lieviti autoctoni, dominano acciaio e legno con un’anfora che fa capolino, un esperimento che Beppe sta valutando come integrare. Parliamo non solo del suo vino ma di vino in generale, menzionando le tante persone che Beppe conosce e frequenta, numi tutelari, colleghi e amici, su un tappeto di aneddoti e ricordi da poterci scrivere un libro.

Finita la visita in cantina andiamo in vigna: obbligatorio il 4×4, si sale per qualche minuto e l’atmosfera cambia. Le vigne di Beppe sono minuscoli appezzamenti abbarbicati sulla montagna, terrazzamenti con anche due o tre piante intervallati da spazi più ampi ma comunque con poche viti, il tutto collegato da scale di pietra che definire esili è poco. Pensare che tutto qui è fatto a mano e che tutto si basa sul lavoro umano, dalla costruzione dei terrazzamenti secoli fa alla vendemmia, dalle ristrutturazioni ai nuovi impianti, è pura follia. “Voi siete matti”, dico a Beppe, che si fa giustamente beffe del mio timore cittadino.

La vista e la natura ripagano ogni sforzo. I “balconi” di Beppe si affacciano sulla valle e lo sguardo spazia per decine di chilometri, complice anche la giornata perfetta, tersa e luminosa: un altro regalo della Valtellina. Credo di aver realizzato solo in quel momento quanto sia difficile fare vino in Valtellina: la mia consapevolezza è arrivata all’improvviso durante la scalata con Beppe e, guardando anche il fattore prezzo di queste bottiglie (non solo le sue, ovviamente) le considerazioni sono molte. Mi permetto di sintetizzare: vendere a poco, mantenendo la “qualità/prezzo” poteva funzionare in passato come volano per far conoscere la Valtellina enoica. Oggi, vista anche la pluralità di fonti di informazione e l’edonismo che sta crescendo in ogni anfratto, è giusto valorizzare il lavoro fisico dei tanti che, come Beppe, rischiano la vita (non esagero) su questa terra.

Torniamo in cantina e andiamo ad assaggiare qualcosa, cioè tutto: Beppe fa quattro vini e ci dedichiamo ad essi con anima e corpo. I vini di Beppe sono naturali e non sono seguiti da nessuno all’infuori dell’uomo che ho di fronte. La rusticità che si avverte è più un riflesso della personalità del viticoltore che del procedimento di produzione: non sono vini che si fanno per caso ma con un progetto in continuo divenire. Assaggiare la Riserva La Sàsa dopo aver toccato con mano (e di nuovo non esagero) il terreno dove crescono i frutti è un bell’esercizio di immaginazione e contemplazione.

Rosso, Valtellina Superiore, Riserva e Sforzato raccontano più punti di vista della stessa storia, quella dell’uomo che ha deciso di fare il viticoltore e che sta aiutando altri a fare come lui, ovvero prendersi qualche terrazzamento in quota e fare del vino, con tutte le complicazioni del caso ma anche con un potere di decisione sulle proprie scelte di vita e di lavoro che non ha uguali. La vista panoramica fa il resto. Ringrazio Beppe per il suo tempo e la dedizione che ha per la terra, con la promessa di tornare da lui a guardare l’orizzonte della Valtellina.


Lista dei Vini Degustati:


Azienda Agricola Boffalora di Guglielmo Giuseppe
Via Balzarro, 48c – Castione Andevenno
https://www.viniboffalora.it/
aziendagricolaboffalora@gmail.com