ArPePe si colloca di diritto tra le cantine principali della Valtellina, grazie a una nutrita schiera di vini e soprattutto di fan in ogni angolo del mondo. Dall’Australia a Dallas, tutti conoscono i vini di Arpepe: o almeno dovrebbero. Mi incontro con Isabella, la figlia di Arturo Pelizzatti Perego, fondatore della cantina: anzi meglio, rifondatore. Sì, perché la famiglia si occupa di viticoltura dal 1860 almeno anche se alcune decisioni in tema di eredità hanno travolto la Cantina dell’epoca – una delle più grandi della zona – e hanno costretto Arturo e famiglia a ripartire da capo nel 1984. La maggior parte dei possedimenti oggi appartengono ad altri, così come la grande cantina è stata abbattuta ed è stata risparmiata soltanto una piccola parte, ovvero l’attuale collocazione.

Isabella ha preso in mano l’azienda nel 2004 coadiuvata dal fratello Emanuele: il team comprende una decina di persone tra vigna e cantina, un numero importante in rapporto agli ettari di proprietà ma giustificato dalla difficoltà fisica nel gestire appezzamenti scoscesi, a strapiombo sul vuoto o su terrazzamenti a qualche metro più in basso. Impossibile farsi aiutare dai mezzi meccanici, ogni operazione è fatta a mano e gestita come un secolo fa (o più), rendendo i vini della cantina non solo evocativi ma anche dannatamente terreni e fisici da ottenere.

La Cantina di vinificazione è importante per dimensione nonostante sia solo una frazione del capannone che fu: le enormi vasche di cemento sono state adattate per altri scopi, mantenute come testimonianza del vino che fu, un vino che oggi non appartiene più ad Arpepe né alla Valtellina. La massa enorme di vino sfuso o in damigiana portato poi in Svizzera oggi è stato sostituito dalle bottiglie, con però la particolarità di Arpepe, ovvero il mantenimento del lungo affinamento per le Riserva. Un tempo lungo scelto da Arturo per omaggiare le tradizioni e sposato oggi sia dalla Cantina sia dal mercato, disposto ad attendere molti anni prima di potersi godere una delle selezioni di Arpepe.

Sassella, Grumello e Inferno sono le zone di provenienza delle uve, con le Riserve annata 2013 ad affiancare i Valtellina Superiore del 2017 e il più giovane Rosso di Valtellina nato nel 2003 in una vendemmia terribile e oggi bandiera di Arpepe nel mondo, con la freschezza tipica del vino d’annata, vino dalla precisa personalità. Assaggiare i vini di Arpepe è istruttivo non solo per comprendere il territorio di provenienza ma anche per provare a capire cosa significa affinare questi vini ben oltre i limiti proposti dal Disciplinare, cercando dunque di dare un’impostazione precisa e originale. Gli assaggi danno modo di affrontare la materia con una pluralità di punti di vista, focalizzando l’attenzione sui dettagli e le differenze tra zone di provenienza. Vini ineccepibili da un punto di vista tecnico, fortemente identitari dell’azienda.

Arpepe è uno dei nomi da tenere a mente quando si guarda alla Valtellina e al vino di qualità in generale, grazie a una filosofia aziendale precisa e aderente alle scoscese vigne da cui si originano i vini della Cantina. Ringrazio Isabella per tempo e assaggi.


Lista dei Vini Degustati:


ArPePe
Via del Buon Consiglio, 4 – Sondrio
https://www.arpepe.com/
info@arpepe.com