Parlare dei Marchesi di Gresy mi fa subito venire in mente l’anfiteatro naturale in cui crescono le viti della Martinenga, il patrimonio unico che la Cantina gestisce da mezzo secolo. Gaiun arriva dalla parte ovest dell’anfiteatro, poco sotto gli Asili e dall’esposizione a sud, oltre ad avere un affinamento in barrique per oltre due anni: nel 1982 Alberto di Gresy ha pensato di dover differenziare questa parte della Martinenga provando a cambiare anche il formato delle botti utilizzate. Questo è uno dei rari casi di monopolio di un cru delle Langhe, una responsabilità non da poco: verifichiamo in degustazione.
Barbaresco dall’eleganza immediata che si configura soprattutto nella parte balsamica, di menta e liquirizia, dal versante etereo e speziato di rara evidenza. Le note continuano a rincorrersi senza tregua, dando prova di grande carattere.
Si prosegue sulla parte balsamica, la confettura di fragola fresca, la scorza di arancia e il limone. Tannino mai invadente prediligendo la parte sapida, con le note balsamiche di liquirizia a rincorrersi.
Lungo e sapido, tannino sulla punta della lingua, frutta rossa e agrumi di avvolgenza ed eleganza.
Annata che si configura come ottima specie su un vino piuttosto strutturato ma così elegante da far passare in secondo piano la potenza. Come sempre la mano dei Gresy è rispettosa, dalla sfrontata eleganza. Bellissimo. Uno dei migliori 2014 passati di qui.
IBT 94
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