VOERZIO MARTINI – LA MORRA – VISITA IN CANTINA
La Morra è uno degli undici Comuni del Barolo e darne una visione unica è impossibile, per la differenza tra cru, altitudini, terreni, esposizioni e soprattutto Produttori. Le Aziende sono tante e di fianco ai nomi mitici esistono tantissime realtà in grado di lavorare bene e dare una propria visione del vino, di qualsiasi uva si tratti, con il Nebbiolo a sedersi sul trono.
Voerzio Martini è un’azienda giovane ma dalle radici decennali: Gianni Voerzio – il precedente proprietario – ha deciso di farsi da parte lasciando la Cantina a due giovanissimi, Mirko e Federica Martini che ormai da qualche anno si stanno occupando di proseguire sulla strada di Gianni. Un’eredità importante, ma da subito i due si sono mossi con le idee chiare.
Recenti acquisizioni a Cerequio e Monvigliero hanno impreziosito la lista delle referenze con due cru che affiancano La Serra, patria di alcuni tra i migliori Barolo di La Morra disponibili. La vinificazione gioca sulla riduzione, così come la concentrazione importante che accomuna tutti i vini, una concentrazione che accomuna anche altri Voerzio di zona e che si evince molto bene in degustazione.
L’affinamento di tutti i rossi avviene in legno e, a seconda dell’obiettivo e del vitigno, si gioca con barrique, tonneau o botte grande, mentre i bianchi svolgono un breve affinamento in acciaio con una piccola percentuale di legno per dare maggiore struttura. Spunta anche un Timorasso su cui i ragazzi stanno puntando parecchio: un vino da affrontare con rispetto e giudizio.
Passiamo agli assaggi e qui l’approccio mi è congeniale: proviamo tutto? Ma certamente: si parte con i bianchi, Langhe Arneis (che potrebbe diventare Roero Arneis per la provenienza geografica) e Timorasso, poche bottiglie dalla longevità evidente. I rossi sono i classici, ovvero Dolcetto dalla freschezza evidente, proseguendo con la Freisa mossa che i ragazzi hanno deciso di continuare a produrre in omaggio a Gianni. Un vino che funziona bene in Italia e che, nonostante la mia ritrosia iniziale, ho apprezzato.
La Barbera Superiore e il Langhe Nebbiolo portano avanti lo stesso discorso, concentrazione e freschezza, pulizia e profondità, dal bouquet ampio e magari da tenere un paio d’anni in cantina per apprezzarne appieno le prerogative.
I Barolo sono due (per ora): il classico di assemblaggio proveniente dai cru Boiolo e La Serra, mentre la selezione di La Serra si tiene un posto singolo, per la gioia di chi scrive. Due vini dritti e concentrati, già pronti oggi anche grazie all’annata favorevole all’immediatezza. Due ottime interpretazioni.
Concludo: questi ragazzi sanno come muoversi e – grazie anche all’apporto di Gianni – stanno creando qualcosa di importante. Le vigne disponibili iniziano a pesare e non vedo l’ora di provare i tre cru di Barolo uno di fianco all’altro. Un grande grazie a Federica per tempo e dedizione
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