PASQUALE PELISSERO – BARBARESCO – VISITA IN CANTINA

Altro giro in Barbaresco, altra cantina familiare: Pasquale Pelissero rappresenta oggi una cantina in transizione tra la seconda e la terza generazione, con la prima generazione, ovvero il fondatore, che ha lasciato un grande vuoto, grande e improvviso. Dal 2007 infatti la Cantina è gestita integralmente da Ornella, la prima delle tre figlie di Pasquale, affiancata da pochi anni dal figlio Simone, poco più che ventenne ma già dalle idee chiare.

Facciamo un passo indietro: Cascina Crosa appartiene alla famiglia Pelissero dal 1921, in origine di proprietà dei conti Cocito e ben introdotta nella gestione della vigna e nel conferimento ai grandi di Langa. Nel 1971 Pasquale ha l’idea di vinificare in proprio, producendo la prima annata di Barbaresco in un’ottima annata: da lì in poi la famiglia ha continuato a seguire la vigna e a produrre vino, mantenendosi sempre su una dimensione media, un numero di bottiglie contenuto che consente la gestione interna.

Ornella ha iniziato a lavorare in azienda aiutando il padre, lavorando principalmente in vigna e nella gestione fisica della cantina, toccando con mano le difficoltà di tutti i giorni. Dal 2007 ha dovuto caricarsi sulle spalle anche la parte di vinificazione, per cui le scelte quotidiane da prendersi in cantina e in vigna per un buon risultato. Come altre realtà che ho avuto il piacere di vedere da vicino, la dimensione contadina domina, le giornate sono costellate da incombenze irrinunciabili e quando il sole di giugno inizia a picchiare il lavoro è ben più difficoltoso.

Le vigne sono principalmente intorno alla cascina, da cui proviene il Nebbiolo declinato in due versioni, un rosato e tre declinazioni di Barbaresco. Oltre a questo, le uve bianche sono presenti con Arneis e Favorita, senza dimenticare i grandi classici di Langa, Barbera, Freisa e Dolcetto. Mi soffermo sul Langhe Nebbiolo Simone, fortemente voluto dal figlio di Ornella: un Nebbiolo snello, rapidissimo nel concedersi, non moderno ma contemporaneo, vicino alla concezione di oggi del vino al calice.Questo vino dà un segnale concreto su ciò che sarà l’azienda domani, un segnale positivo sulla nuova generazione.

Che si assaggia di buono? Langhe Arneis 2020, Langhe Favorita 2020, Rosato di nebbiolo 2020, Langhe Freisa 2018 in versione davvero personale, poi si passa al Nebbiolo, Langhe Simone 2020 e Langhe Pasqualin 2019 prima del barbaresco:Cascina Crosa 2018: lasciatemelo dire, pare provenire dalla MGA GallinaCiabot Riserva 2016: affinato in parte in barrique, legno che guida la materiaBricco San Giuliano 2009: i pochi solfiti aggiunti restituiscono un naso evoluto mentre il palato è ancora pronto.

Concludo: la Cantina ha purtroppo avuto una battuta d’arresto negli anni 2000’, ma Ornella ha il merito di essersi caricata tutto sulle spalle e di aver condotto la nave nella tempesta. Il livello dei vini parla da solo, senza tante metafore: vini buoni, onesti, tradizionali e puliti. Sono sicuro che Simone sarà il tassello vincente per il futuro: non è la prima cantina che incontro in cui la nuova generazione sta già dando prova di valore. Pasquale Pelissero è in mani salde.