LA VEDETTA – BARBARESCO – VISITA IN CANTINA
Mi accingo con grande curiosità a visitare La Vedetta, neonata creatura in quel di Barbaresco: Swantje e Marco hanno deciso di trasferirsi qui dalla Germania. Marco Viglino è nato in zona e qui a La Vedetta ha passato alcuni momenti felici dell’infanzia. Una volta cresciuto e trasferitosi in Germania per lavoro, ha deciso con la compagnia Swantje di tornare in campagna, conscio del valore della terra ben oltre la valutazione economica.
Nel 2016 La Vedetta viene battezzata grazie ai pochi ettari di proprietà, la Cantina si trova oggi nella proprietà dello zio di Marco, Michele, e l’aiuto enologico è di Piero Ballario, un nome decisamente importante che segue altre realtà di zona. Ma dove siamo? Le vigne di La Vedetta sono sulla collina di fronte a Rabajà, Asili e Martinenga: si tratta di 17 ettari di proprietà (nel cru Cà Grossa) di cui solo due destinati a vigna, mentre i restanti sono adibiti a noccioleto. Marco ha iniziato in punta di piedi e gradualmente ha preso possesso di altre vigne, in funzione anche dello spazio in cantina e della disponibilità di fare investimenti sui macchinari.
Tutto facile? Assolutamente no. Il retroterra familiare è sì contadino ma ben poco vitivinicolo, così Marco ha dovuto imparare tutto da zero, cercando di raccapezzarsi in un mondo tanto affascinante quanto complicato da approcciare. Se da un lato i vini che ho assaggiato sono tutti più che buoni, è difficile per Marco e Swantje staccare dal lavoro ma, come riferisce marco stesso, ormai la vita e la terra sono un’unica cosa. Una passione, un’ossessione: una missione.
La Cantina è minima ma tutto è al posto giusto: fermentazione in acciaio, affinamento in botte grande, barrique e tonneau. I vini sono pochi, una linea essenziale anche in funzione degli ettari di proprietà: la Barbera declinata in due versioni proviene dalla frazione Sarasino di Castagnole delle Lanze, a pochi passi dal confine con la denominazione Alba, per cui si tratta di due Barbera d’Asti. Nebbiolo e Barbaresco arrivano dal cru Cà Grossa, il giardino di casa La Vedetta.
Passiamo all’assaggio: le due Barbera d’Asti e il Langhe Nebbiolo ripropongono la facilità di beva che pare il filo conduttore dei vini di Marco e Swantje, una facilità sinonimo di piacevolezza e gastronomia, un paio di gradi in meno di temperatura di servizio e l’aperitivo è servito. Provare per credere.
Discorso diverso per il Barbaresco 2018, in bottiglia da poco, con uno strato fruttato e floreale che al momento domina, nell’attesa che la vivacità lasci spazio all’espressività di un cru poco noto ma dalle caratteristiche uniche (esposizione, suolo). Non vedo l’ora di provarlo tra un annetto, tempo necessario per avere un filo di maturità.
Concludo: sono contento di aver incontrato La Vedetta e di aver assaggiato i vini della neonata Cantina di Marco e Swantje. Il mio compito ora è quello di seguire i ragazzi anno dopo anno, perché sono certo che le sorprese non sono finite qui.
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