CASTELLO DI PERNO – PERNO – VISITA IN CANTINA

Tempo fa ho assaggiato il Langhe Nebbiolo 2017 di Castello di Perno , cantina che si sta costruendo una credibilità tra gli appassionati delle Langhe. Ho trovato un vino di ottimo livello, e su queste poche basi ho pensato di dedicare un pomeriggio a visita e assaggi obbligatori.

La Cantina nasce nel 2012, quando Gregorio Gitti decide di rilevare la proprietà del Castello e conseguente produzione vitivinicola, rivitalizzando un centro storico e culturale non da poco: il Castello è stato di proprietà della casa editrice Einaudi fino all’inizio degli anni 2000, qui si sono incontrati molti personaggi della vita culturale italiana del secondo Dopoguerra. Primo Levi era solito soggiornare qui, così come altri autori che si lasciavano alle spalle lo spazio cittadino per ritrovare slancio artistico nella pace della campagna langarola.

Incontro Matteo Calvaruso, brand ambassador, nel primo pomeriggio e partiamo subito alla scoperta delle vigne: da una parte il cru Castelletto, dall’altra le vigne di Perno, con le reti antigrandine e un metodo anti-nottua di recente innovazione. Il cru Castelletto in particolare ha di fronte alcune MGA di Serralunga d’Alba (Vigna Rionda, tra le altre), e qui ha sede la cantina di vinificazione e affinamento.

La seconda parte della visita riguarda la cantina di affinamento, dove i fermentatori tronco-conici di acciaio sono un’innovazione importante, consentendo un’estrazione differenti dai fermentatori dalla forma normale: una piccola ricercatezza tecnologica che di sicuro andrà a direzionare i vini della cantina. L’affinamento avviene in barrique e botte grande, con anche qualche tonneau, una misura ben gradita a chi gestisce questa parte della vinificazione.

Si torna al Castello, che è in parte locale di rappresentanza per la Cantina, ma anche residenza privata della famiglia Gitti. Non posso non menzionare le sale con abbondanti librerie traboccanti di edizioni vecchie e recenti. Il focus è ovviamente per Einaudi, ma ci sono anche altri editori e per un lettore forte come me è sempre un piacere vedere una casa del genere, contando anche che l’editore Einaudi ha utilizzato il Castello come residenza per alcuni autori, tra cui spicca Primo Levi, con la stanza nel sottotetto che ha occupato per diversi mesi.

Tutto molto bello, ma i vini? – direte voi. E avete ragione: Matteo mi fa assaggiare tutte le espressioni di Castello di Perno, partendo dalla Nascetta, passando per Langhe Nebbiolo, le due Barbera d’Asti (una delle quali Nizza), poi Merlot, e tre Barolo, un assemblaggio e il cru castelletto nelle versioni 2016 e 2017. Ho potuto apprezzare il filo comune, ovvero dei vini eloquenti che possono piacere un po’ a tutti, più che moderni li definirei contemporanei, freschi e snelli, pur non essendo vuoti o insipidi. Tutt’altro. Vi aspetto poi per le varie recensioni.

Concludo: ringrazio Matteo, Emanuele Pellegrini e la Cantina per questa visita, con la speranza di conoscere in profondità questa “nuova cantina antica”.