CA’ NOVA – GHEMME – VISITA IN CANTINA

Ho conosciuto Ca’ Nova su Instagram grazie al buon lavoro che Giada, la proprietaria, e Roberto Foralosso stanno facendo nel raccontare una piccola cantina di recente creazione responsabile di alcuni vini del quadro più ampio dell’Alto Piemonte. Da qualche anno l’attenzione generale sta puntando anche in questa direzione: trovandomi a pochi chilometri non ho trovato scuse e sono passato in Cantina a vedere di persona come funziona il vino qui.

Ci troviamo a Bogogno nei pressi del Golf Club, una parte delle vigne di proprietà circonda la Cantina che sorge tra alberi secolari e impianti vitati di bella suggestione, un connubio bucolico tra vigna e natura. La mano dell’uomo si avverte solo nel restauro della cascina che contiene l’abitazione di Giada e famiglia e le necessità della Cantina, per cui vinificazione e affinamento.

La Cascina è un gioiello e mi auguro che possa avere un futuro nell’ambito dell’ospitalità, considerando quanto può essere rilassante la vista di un vigneto in qualsiasi stagione. La vinificazione è separata e avviene in acciaio, mentre le prime fasi avvengono all’aperto sotto una tettoia poco distante. Dopo i lavori in cantina, tramite dei tubi sotterranei il vino va a finire nella zona di affinamento, dove coesistono vari tagli di botte, barrique, tonneau e botte grande. La dimensione è familiare anche per via della scelta di abbassare le rese (ben al di sotto del disciplinare) per agevolare la qualità.

Giada e Roberto mi mostrano con grande orgoglio cosa hanno costruito in questi ultimi 25 anni, il papà Vittorio ha aiutato Giada a compiere i primi passi nella creazione di una Cantina che oggi non ha paura di confronti. Ghemme è una DOCG tanto piccola quanto fiera, come lo sono i vini, dall’apporto minerale importante. L’assaggio costituisce una parte fondamentale della visita e non mi posso certo tirare indietro: partiamo con i due Metodo Classico di casa, rispettivamente a base Erbaluce e Nebbiolo, con 24 mesi di sosta sui lieviti, un intervallo di tempo che crescerà in futuro. Ho scorto un grande rispetto per le uve di provenienza, senza andare a marcare troppo il risultato finale con lieviti e zucchero non necessari.

I rossi? Ma certamente: partenza soft con Bocciolo, il Nebbiolo di casa, dal profumo inconfondibile che va a unire la grandezza del vitigno alle peculiarità del terroir, fiori e spezie in primis. Proseguo con i grandi rossi in tre versioni: Ghemme 2011 dal naso di evidente personalità, ammaliante come un Amarone ma giustamente di tensione nebbioleggiante. San Quirico è un Ghemme declassato proveniente da un piccolo appezzamento, una sorta di MGA che vado ad assaggiare nei millesimi 2011 e 2010. Le differenze delle annate sono evidenti, allo stesso tempo è evidente la mano che va a confezionare vini ottimi, di grande piacevolezza globale pur nelle rispettive personalità, con due vini che mi auguro di provare di nuovo.

Non posso far altro che ringraziare Giada e Roberto per l’invito e la visita, con la convinzione che i vini di questa cantina abbiano molto da dire, sia in Italia sia all’Estero. La fortuna di poter assaggiare alcuni Nebbiolo eccellenti è per me sempre fonte di gioia, che poi siano di Ghemme, Brusnengo o La Morra poco importa.