Girando per il paesino di Barolo è impossibile non incrociare la sede di Borgogno, con l’ampio cancello e il portone dedicato allo shop. La cantina ha solide basi storiche e, nonostante le vicissitudini di 250 anni di storia, la tradizione non sembra averne sofferto.
Lo shop permette l’acquisto delle bottiglie ma soprattutto la degustazione, durante la bella stagione è obbligatorio sfruttare la terrazza panoramica che svetta sul centro abitato consentendo una visione a 360 gradi del paese e delle colline intorno, menzionando anche il Castello di Barolo a pochi passi.
La Cantina produce ogni anno cinque Barolo differenti: il Classico assemblaggio di più parcelle, i tre cru Cannubi, Fossati, Liste, e la Riserva. Per tutte queste bottiglie l’Azienda prevede un anno ulteriore di affinamento, andando quindi a uscire l’anno successivo rispetto alle uscite della maggior parte delle cantine di Barolo.
La storia di Borgogno è lunga: nel 1761 Bartolomeo Borgogno fonda la cantina, il discendente Cesare (a cui è dedicata una bottiglia) ne amplia la fama consolidando le esportazioni anche oltre oceano, studiando anche un aspetto peculiare che ancora oggi la Cantina segue, ovvero la conservazione nei sotterranei di parte della produzione per poterla mettere in commercio anche a distanza di decenni.
La cantina passa alla famiglia Boschis, Franco Boschis è il marito di Ida, nipote di Cesare: nel 2008 l’ultimo cambio al vertice con la famiglia Farinetti, in questo caso Andrea Farinetti figlio di Oscar, promettendo di preservare la tradizione.
Oggi Borgogno è di sicuro uno dei produttori di Barolo più noti al mondo, sia per l’etichetta che si è mantenuta identica da almeno un secolo e oltre, insieme alla capacità di produrre ottimi vini senza sradicare i principi legati alla tradizione, ovvero lunghe macerazioni e botte grande. La fermentazione avviene in cemento da sempre, e fare un giro nei sotterranei della cantina è sempre una buona idea.
Oltre al Barolo, Borgogno produce un’ampia gamma di referenze, dal nuovo Timorasso Derthona ai classici di Langa, ovvero Freisa, Dolcetto, Nebbiolo, Barbera el’ormai consolidato Riesling. Compare anche il No Name, etichetta di protesta per un vino a base Nebbiolo che resta comunque tre anni di botte: la protesta è diretta ai confini della zona di produzione troppo stringenti.
Consiglio la visita, o almeno una seduta di degustazione nello shop: se sono in paese è tappa obbligatoria.
Vini Classici Borgogno srl
Via Gioberti, 1 – Barolo (Cuneo)
https://www.borgogno.com/
info@borgogno.com
Vini degustati di Borgogno 1761:
- BORGOGNO BAROLO CANNUBI 2015
- BORGOGNO BAROLO CLASSICO 2016
- BORGOGNO BAROLO LISTE 2009
- BORGOGNO BAROLO LISTE 2011
- BORGOGNO BAROLO LISTE 2015
- BORGOGNO BAROLO RISERVA 1998
- BORGOGNO BAROLO RISERVA 2003
- BORGOGNO BAROLO RISERVA 2008
- BORGOGNO BAROLO RISERVA 2012
- BORGOGNO BAROLO RISERVA 2013
- BORGOGNO DERTHONA TIMORASSO 2018
- BORGOGNO LANGHE FREISA 2015
- BORGOGNO NO NAME 2015
[…] un salto da Borgogno , come spesso capita, per una bottiglia che è appena arrivata sul mercato, la Riserva, ovvero con […]
[…] detto tutto quello che sapevo su Borgogno 1761, dopo aver pubblicato un paio di decine dei loro vini: posso aggiungere che è stata una delle […]