TENUTA SAN LEONARDO – VISITA IN CANTINA
Eccomi a parlare di una delle più note eccellenze italiane, Tenuta San Leonardo, in occasione della mia visita di qualche settimana fa.
Siamo in Trentino a pochi chilometri dal Veneto ma l’impressione è di essere equidistanti da due mondi, l’Alto Adige e la Valpolicella, ad anni luce dalla concezione del vino di San Leonardo. Prima di tutto le uve utilizzate: oltre ai classici internazionali (Cabernet, Merlot, Sauvignon, Riesling) ha spazio il Carmenère che pochi in Italia adoperano, mentre San Leonardo ne fa abbondante uso anche nel famigerato top di gamma omonimo, oltre a vinificarlo in purezza.
Da una parte i blend, dall’altra le uve vinificate singolarmente. I bianchi e i rossi, con netta prevalenza per questi ultimi: il San Leonardo parla da solo, ma l’intera gamma è di grande equilibrio e qualità.
Tenuta San Leonardo si estende per circa 300 ettari di cui circa 30 adibiti a vigneti delle uve rosse a guyot e pergola trentina, le foto sono abbastanza eloquenti sulla bellezza e la cura verso le piante.
La storia di San Leonardo è legata al piccolo borgo in cui vivono alcune persone che lavorano nella Tenuta, primi tra tutti i Marchesi Guerrieri Gonzaga nella splendida Villa Gresti. Le generazioni si susseguono e tanti attuali dipendenti sono figli di ex occupati nella Tenuta. Villa Gresti è stata anche teatro della Storia della Prima Guerra Mondiale quando Impero Austro-Ungarico e Italia trattarono l’armistizio.
Come non menzionare Gemma de Gresti, nonna del Marchese Carlo attuale proprietario della tenuta, la quale si adoperò per far rilasciare i prigionieri trentini in Russia, sempre nella Prima Guerra Mondiale, e offrì la Tenuta come ospedale. A lei è dedicato un vino, Villa Gresti, composto da Merlot 10% e Carmenère 10%.
Oggi la Tenuta racconta una storia lunga e la parola “tradizione” si fa strada, anche se la vinificazione come oggi viene effettuata risale a pochi decenni fa, quando il marchese Carlo ha preso in mano le redini della Tenuta e ha dato un contributo notevole allo sviluppo dei vini: il primo San Leonardo risale al 1982 con un aiuto consistente da parte di Giacomo Tachis, sostituito dal noto Carlo Ferrini. L’amicizia con Incisa della Rocchetta ha fatto il resto, ed è palpabile la coerenza con la Tenuta San Guido.
La Barricaia risale al 2001 ed è a corpo unico, immensa, una cattedrale sotterranea dove i vini restano a lungo, tanto che il San Leonardo 2016 non è ancora in commercio. La biblioteca con le annate storiche, tutte dal 1982 in avanti, raccoglie la preziosa testimonianza di un vino simbolo.
Gli assaggi? Ovviamente: Riesling 2017, Vette 2019, Terre 2016, Villa Gresti 2015, Carmenere 2015, San Leonardo 2015 e San Leonardo 2014, in un continuo impeto verso la potenza elegante e nobile di chi non ha bisogno di dimostrare nulla, ma semplicemente segue la natura dell’uva nel percorso verso il bicchiere. Vini che hanno grande potenziale e che conto di provare tra diversi anni per darmi ragione da solo.
Concludo: visita eccezionale anche per la parte storica, la Tenuta è un gioiello che va vista almeno una volta nella vita. Ringrazio di cuore Valentina per l’intensa mattina che mi ha dedicato e la famiglia Guerrieri Gonzaga per l’ospitalità, con la promessa di tornare per le prossime annate.
[…] con una storia articolata e un fazzoletto di terra dove le vigne sono solo parte dell’insieme. Ho avuto il piacere di varcare i cancelli di San Leonardo e da subito ho avuto l’impressione di essere entrato in un luogo fuori dallo spazio, dove il […]
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