CINZIA MERLI - LE MACCHIOLE - INTERVISTA

CINZIA MERLI – LE MACCHIOLE – INTERVISTA

A metà Gennaio ho avuto il piacere di visitare per la seconda volta una delle mie cantine preferite d’Italia, Le Macchiole. Ho verificato, se ce ne fosse ancora bisogno, l’elevata qualità e la precisione dei vini proposti dall’Azienda, quattro vini emozionanti, quattro declinazioni del terroir Bolgheri. Ho quindi pensato di fare qualche domanda a Cinzia Merli, la titolare e la mente di Le Macchiole, trovatasi al comando dopo la prematura scomparsa del marito. Vedendo oggi come l’azienda si è imposta nel mondo, Cinzia ha fatto un gran lavoro, con una dedizione unica che sta portando e porterà risultati incredibili. A voi le sue parole.

IBT: Le Macchiole è stata una delle prime cantine a produrre a Bolgheri: ti senti, almeno in parte, responsabile del grande favore che sta riscuotendo la zona negli ultimi anni?

CM: Non credo sia appropriato parlare di responsabilità quanto piuttosto di appartenenza. Noi, insieme ad altri abbiamo creduto in un territorio e abbiamo scommesso su di esso. A questo si sono aggiunti una serie di fattori, primo tra tutti il valore effettivo, in termini qualitativi,  della nostra denominazione.

IBT: Ho trovato i tuoi vini eleganti senza essere raffinati: quali sono le scelte tue e dell’enologo di fronte all’annata? 

CM: Rispettare l’annata. Questo il risultato che vorremmo raggiungere in ogni vendemmia. Senza forzature o esasperazioni. Semplicemente l’espressione di quella specifica vendemmia.

IBT: Un’azienda familiare: cosa vuol dire portare avanti una famiglia che produce vino ormai da tanti anni?

CM: In realtà siamo ancora alla prima generazione. È vero, adesso sono entrati anche i miei figli ma ancora non abbiamo vissuto il cosiddetto passaggio generazionale. Certamente, quando si vive per un progetto, ogni passaggio può essere più automatico e nel nostro caso è questo quello che sta succedendo. Ma visto l’età della nostra realtà mi sembra sinceramente prematuro definirci come una famiglia che fa vino da tanto tempo.

IBT: Perché la scelta di sfruttare un solo vitigno per ciascuno dei tuoi tre vini importanti?

CM: L’idea è stata quella di fare una fotografia; quel vitigno, in questo territorio, in questa annata. Senza compromessi, con il solo intento di cercare di raccontare Bolgheri nel modo più preciso possibile.

IBT: Come ti senti di fronte ai numerosi premi della critica italiana e internazionale?

CM: Ogni volta è che riceviamo un premio è una gratificazione per il lavoro fatto ma rappresenta per noi anche uno stimolo per provare a fare sempre meglio.

IBT: Pensi che Bolgheri possa essere ancora in grado di accogliere nuove aziende?

CM: Beh, qui siamo di fronte ad un limite territoriale. Mi spiego meglio; Bolgheri è una denominazione molto piccola in termini di superficie. Impossibile pensare ad uno spazio infinito di terreni ancora disponibili.

IBT: Se dovessi “spostare” virtualmente la tua azienda in un’altra zona d’Italia o del Mondo, dove porteresti Le Macchiole?

CM: Probabilmente rimarrei in Toscana. Se potessi avere un’altra opportunità mi piacerebbe essere infatti in una zona che mi consenta di coltivare Sangiovese.

IBT: Ultima domanda, la più difficile: vino e relativa annata preferita (per ora). Perché? 

CM: Sempre l’ultima prodotta? È sciocco lo so, ma la continua evoluzione che stiamo avendo mi fa spostare l’asticella sempre in avanti. Tra le vecchie annate? La 2001 semplicemente perché per noi rappresenta l’anno che ci ha portato ad essere quello che siamo oggi.

Ringrazio Cinzia per il tempo e l’attenzione che mi ha dedicato. Trovate tutti i vini di Le Macchiole da me recensiti cliccando sul tag: LE MACCHIOLE.