Oggi parlo di una leggenda, una birra ormai entrata nell’immaginario comune come LA trappista, LA belga per antonomasia: la Westvleteren 12 (XII). La storia di questa birra è peculiare: l’abbazia di Sint-Sixtus produce birra fin dalla prima metà del 1800, prima per uso privato dei monaci, poi, dal 1877, con una piccola parte della produzione destinata al commercio per auto sostentamento. La Seconda Guerra Mondiale vede Sint-Sixtus come unico monastero in Belgio a non essere occupato dalle truppe tedesche; conclusa la guerra, nel 1946 viene concessa alla vicina abbazia di St Bernardus la possibilità di sfruttare le ricette di Sint-Sixtus per le proprie birre. Questa licenza viene revocata nel 1992: St Bernardus e Sint-Sixtus procedono con produzioni separate, la prima con capacità produttiva ben più elevata.
All’inizio degli anni 2000′ la Westvleteren 12 (XII) arriva al primo posto della classifica delle migliori birre del mondo per RateBeer, noto aggregatore di punteggi di utenti per birre da tutto il mondo: scatta l’hype selvaggio, il monastero viene preso d’assalto, il telefono squilla continuamente e i monaci non riescono più a vivere in pace e meditazione. Da allora, le tre birre prodotte da Westvleteren, Blond – Abt. VIII – XII, raggiungono prezzi molto superiori al reale prezzo di vendita e c’è chi se ne approfitta abbondantemente.
Il sistema di vendita del monastero è peculiare: si può telefonare e concordare una data di ritiro, con birre limitate per mezzo di trasporto che giungerà ai cancelli di Sint-Sixtus. Il problema è dunque la rivendita, con birre che arrivano tranquillamente a 15/20 euro a bottiglia. La reperibilità è comunque buona, in giro si trovano non dico con facilità, ma si trovano.
Questa Westvleteren 12 (XII) è il top di gamma per valutazioni e gradazione: introdotta nel 1940, ha una gradazione di 10,2%. Cerco di capire meglio bevendola.
Scadenza: 02.12.2020
ABV: 10,2%
Aspetto: ampia schiuma cappuccino, bollicine medie. Colore ambrato scuro, riflessi ramati.
Naso: appena versata abbondante frutta candita, cioccolato al latte, zucchero di canna. Leggermente più amara dopo alcuni minuti, emergono mogano e caffè espresso. Il cioccolato diventa fondente. Scorza di arancia. Liquirizia verso la fine della bevuta.
Palato: carbonazione media. Corpo importante, denso e oleoso. Presenza zuccherina alta, poi speziatura leggera e gentile. Frutta candita, frutti di bosco, cioccolato al latte, nocciola e frutta col guscio. L’alcol appare solo come calore etilico post sorso.
Finale: molto lungo e complesso. Cioccolato al latte, espresso zuccherato, frutta candita, fragola, zucchero di canna, miele d’acacia.
Commento: molto complessa e contestualmente molto buona. Eccellente, un livello di pulizia estremo, le note sono molte, ben oltre le mie poche righe, da sezionare con attenzione. Vale tutto l’hype.
Valutazione: 9,5/10
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