Trovare la cantina Prunotto non è semplice: le strade sterrate di campagna si incrociano costantemente e i filari di viti sulle colline distraggono spesso e volentieri dalla strada.
Località Bussia Soprana dunque, un nome di un certo rilievo tra gli appassionati di vino rosso dal Piemonte, una denominazione importante nel panorama del Barolo. In cima a una collina si erge la cantina di Prunotto; il cortile interno offre una vista meravigliosa su tanti e tanti ettari di vigne, oggi apparentemente spente, in attesa del tepore primaverile per tornare lentamente alla vita, all’uva.

Preciso, la cantina di Bussia Soprana è di recente acquisizione da parte dell’azienda: dal 1994 Prunotto è di proprietà del gruppo Marchesi Antinori che decide di acquistare le vigne e la piccola cantina che ho visitato, una sorta di piccolo omaggio a questo cru che dal 1961 fa parlare di sè Prunotto.
Mi accoglie Tiziana che racconta la storia dell’azienda, dalla proprietà originaria ai recenti eventi: in precedenza Prunotto fungeva da assemblatore di uve altrui, andandole a unire e invecchiare nella cantina di Alba, la principale. Inizialmente nata come cantina sociale con il nome di “Ai Vini delle Langhe”, dagli anni ’20 Alfredo Prunotto, nonostante le difficoltà del progetto, rileva la cantina e inizia a produrre ed esportare i suoi vini. Nel 1956 Alfredo vende all’amico Beppe Colla che mantiene il nome Prunotto; è proprio da un’intuizione di Beppe che si crea il primo Barolo Bussia cru.

Beppe Colla, nel 1994, sceglie di cedere l’azienda al gruppo Marchesi Antinori: Albiera Antinori si prefigge di acquisire ulteriori vigne per non dover più dipendere da aziende esterne e completa il proprio piano nel 1996. L’azienda oggi conta su due cantina, la principale ad Alba e la succursale di lusso a Bussia Soprana, oltre a vigne nel Barbaresco e nelle vicinanze di Asti per un totale di circa 50 ettari.
Prima di partire con una breve analisi dei prodotti in degustazione, ringrazio l’Azienda e Tiziana per la gentilezza e la disponibilità.

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Prunotto produce diciannove referenze: sebbene impossibile assaggiarle tutte in un’unica seduta ho provveduto a darmi da fare.

Rosato Granadiè 2018
100% Nebbiolo dalle vigne di Bussia per questo recente ingresso, datato 2016. Granadiè invecchia esclusivamente in acciaio e subisce una breve macerazione di 12 ore.
Al naso emergono note di pesca bianca, pepe bianco e albicocca disidratata. Il palato è coerente, dotato di buona intensità e dolcezza discreta, l’acidità emerge dopo qualche tempo così come il tannino del Nebbiolo, evidente ma comunque elegante. Un rosato da non raffreddare troppo, di sicuro impatto come aperitivo.

Mompertone 2015
35.000 bottiglie per questo blend di Barbera e Syrah coltivati negli 11 ettari dell’azienda a Caliano. E’ prodotto dal 2003; i due uvaggi seguono fermentazioni separate, poi una decina di mesi in botti di secondo/terzo passaggio, 10 mesi in botte grande e altri 10 mesi in bottiglia prima di essere messo in commercio.
Al naso si apre su note metalliche, pepe nero, poi abbondante frutta rossa come ciliegia e amarena.
Il palato vede un’acidità sopra la media che ricorda il succo di pomodoro, ancora frutta rossa come ciliegia e susina. Finale intenso, di buona persistenza. Buona evoluzione nel bicchiere, un prodotto peculiare dell’azienda dotato di buona complessità globale.

Bansella Nizza 2016
Uvaggio Barbera, 20.000 bottiglie e circa 9 mesi in barrique di secondo/terzo passaggio. La Barbera arriva da Asti, parliamo di tre varietà differenti coltivate su circa 26 ettari.
Il naso a una buona intensità, pomodoro, tabacco e terra, poi pepe nero e liquirizia fino ad arrivare su cioccolato al latte e olio d’oliva. Il palato è di ottima struttura e buona intensità. Scuro di frutta rossa, terra, l’acidità della Barbera è evidente ma smorzata da intriganti note speziate. Finale pieno, dotato di buona complessità.

Barbaresco Bric Turot 2016
18.000 bottiglie, fermentazione in acciaio e botte grande per un anno.
Al naso presenta note di liquirizia, echi mentolati e minerali, ma il grosso del lavoro lo fa la fragola, ottima. Sentori vegetali di sedano dopo adeguata ossigenazione.
Il palato è rotondo, una texture priva di asperità, il tannino giunge lentamente: pepe nero, fragola e ciliegia. Palato persistente, molto elegante.

Barolo Bussia 2014
20.000 bottiglie per questo cru dal 1961, invecchiamento di 18 mesi nelle botti grandi della cantina di Bussia Soprana e riposo di 9 mesi in bottiglia.
Al naso tabacco, liquirizia, cacao e pepe nero su un tappeto di fragola e ciliegia, frutta rossa abbondante. Palato di buona intensità, il tannino è piccante ma mai troppo invadente, ottima mineralità. Finale intenso di grande personalità.

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Barolo Vigna del Colonnello 2012
Una curiosità, il 40% dei raspi vengono lasciati in macerazione, poi tre anni di legno e due di bottiglia per il top dell’azienda.
Al naso grande personalità: incenso, lampone, pepe bianco, menta e un peculiare miele millefiori.
Il palato è vivace nonostante l’età, buona mineralità, pomodoro e fragola, abbondante pepe nero, a tratti è salino, poi amarena e ciliegia.
Finale di lunga persistenza, vegetale ed erbaceo, frutta rossa matura.

Una visita che di sicuro ricorderò, una cantina di ottimo livello che propone vini per ogni palato: alla prossima vendemmia!

Prunotto S.R.L.
Corso Barolo, 14 
12051 Alba (Cuneo)
prunotto@prunotto.it
telefono +39 0173.280.017