L’appuntamento è di quelli importanti: una degustazione con banchi di assaggio di una cinquantina di produttori di vino delle denominazioni oggetto dell’evento, quindi i grandi rossi piemontesi che tutto il mondo ci invidia. L’organizzazione è dell’associazione Go Wine, che ringrazio per l’accesso alla manifestazione e che già ha avuto modo di farsi notare in questi ultimi anni con eventi coerenti e, soprattutto, colmi di passione per il vino. La sala è la “solita”, situata nell’Hotel Michelangelo a due passi dalla Stazione Centrale di Milano. Ho avuto modo di assaggiare un buon numero di prodotti con calma e soprattutto potendo scambiare tante parole con i responsabili dei banchetti, spesso e volentieri i titolari delle aziende coinvolte. Una marcia in più in particolare per chi, come me, cerca di capirci qualcosa in questo mondo meravigliosamente complesso. Adesso però concludiamo con l’introduzione e parliamo di vino, anzi: dei vini.
La seconda parte è disponibile qui.
Francone – Neive (Cuneo)
Azienda fondata nel 1940 e ampliata nel 1964, una gamma di prodotti piuttosto ampia con spazio per diversi bianchi (Moscato, Chardonnay e Arneis), rossi (Barbera, Nebbiolo, Dolcetto, Grignolino, Barolo e Barbaresco), due spumanti e una grappa.
– Valsellera Metodo Classico Brut Rosè (Nebbiolo): 22 mesi sui lieviti per questo spumante molto peculiare. Bollicina molto fine al palato, leggero amaricante, naso di crosta di pane e brioche all’albicocca, di ottima freschezza.
– Barbera Superiore 2016 “I Patriarchi”: la sorpresa della giornata, un anno di legno in botti di secondo passaggio. Fresco, colore di gran brillantezza, al naso colpisce la frutta rossa, fragola, ciliegia e amarena, bocca fresca e pulita, dolcezza intensa e compita. Di grande carattere e piacevolezza.
– Barbaresco Gallina ‘L Ciaciaret 2016: 18 mesi di botte da 1200 litri, frutta a bacca rossa molto fine, palato con un tannino opulento, frutta rossa e pepe nero, di notevole intensità.
– Barbaresco Riserva 2014: 40 mesi di botte, al naso viola, tabacco e terra, frutta rossa; al palato la secchezza è evidente così come il tannino. Pare aver bisogno di qualche anno in bottiglia per migliorare ancora.
– Barolo 2015: 30 mesi di botte grande, due vigne, La Morra e Monforte per un quantitativo di circa 3000 bottiglie prodotte. Palato fresco di frutta rossa, tannino di buona secchezza, dolcezza da fragola e ciliegia, pasta secca e cioccolato fondente. Finale lungo e complesso per un vino già ottimo oggi.
Prunotto – Alba (Cuneo)
Di proprietà della famiglia Antinori, una cantina che non ha bisogno di presentazione, protagonista da anni della scena vinicola della zona. Principalmente vini rossi, sia assemblaggi sia cru, in questo caso dichiarando in etichetta il vitigno di origine.
– Barbaresco “Bric Turot” 2016: appena uscito, non ancora in commercio. Dolcezza confettata al naso, burro, poi frutta rossa, soprattutto fragola molto succosa ma anche ciliegia. Il palato è fresco, anche qui dolcezza elegante, tannino e acidità misurate, la fragola emerge sulla lunga distanza sotto forma di confettura, come nel finale. Uno dei migliori di giornata.
– Barolo “Bussia” 2015: campione ancora in fieri, di cui non riporto la descrizione perchè non ancora concluso.
Alario Claudio – Diano d’Alba (Cuneo)
Azienda attiva dal 1900, prima con solo il Dolcetto e oggi con sette vini differenti, ciascuno un cru e ciascuno con un metodo produttivo personalizzato. La resa della vigna viene mantenuta bassa per aumentare la qualità; Claudio Alario parla delle annate con grande tranquillità, descrive i pregi e i difetti delle singole vendemmie, illustra i vini con grande entusiasmo ma senza mai esagerare, compitezza piemontese.
– Barbera d’Alba “Valletta” 2016: naso grasso di frutta rossa, amarena e terra. Palato ricco, tannino importante, dolcezza da frutta rossa, buona intensità. Finale minerale sempre sulla frutta rossa per questo Barbera da 20 mesi in barrique.
– Nebbiolo d’Alba “Cascinotto” 2016: molto fresco, naso molto fruttato, al palato emerge la fragola, il tannino è liscio senza asperità eccessive, buona mineralità.
– Barolo “Riva Rocca” 2014: mineralità discreta al palato, ciliegia stramatura sia al palato sia al naso, intensità media.
– Barolo “Riva Rocca” 2015: al naso tabacco, terra e mineralità, radice di liquirizia e frutta rossa secca, echi di pomodoro. Perfetta corrispondenza al palato per un grande vino, con grandi potenzialità ma ottimo subito.
[…] La prima parte è disponibile qui. […]
[…] incontrato Claudio Alario all’evento Barolo, Barbaresco & Roero organizzato dall’associazione GoWine; ho assaggiato alcuni suoi vini ma soprattutto ho […]
[…] per una breve intervista con la Cantina Francone, azienda incontrata all’evento dedicato a Barolo, Barbaresco e Roero. In quell’occasione, ho avuto modo di apprezzare l’ottimo Barbera 2016 e i grandi […]
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