Laphroaig 1991/2007 (Signatory, 2007, 50,7%)
Naso: torba, agrumi, scorza di limone, profumi di costa un po’ nascosti ma presenti, arancia, frutta gialla in generale, quasi tropicale poi un bel malto ben bilanciato. Salino dopo un po’, quasi minerale. Uva passa sul lungo periodo.
Gusto: molto vicino al naso ma più costiero, quindi frutti di mare, sale e poco pepe. Legno intenso e marinità salina molto intensa, cala sulla parte fruttata che si tramuta in vaniglia e radice di liquirizia.
Finale: sale, torba, liquirizia ed agrumi, medicinale.
Commento: simile per certi versi al Quarter Cask ufficiale, è un po’ più affilato e meno “sbrodolone” nel sottolineare le caratteristiche di casa madre.
Valutazione: 87
Laphroaig 1998/2012 (Cadenhead’s, 2012, 59,3%)
Naso: torba, spezie, erbe di campo, limone, costiero come si conviene ad un giovanotto di Islay. Le spezie sono la componente su cui gira questo malto, spezie del legno ma anche cannella e pepe bianco. Legno bruciato, bacon, tabacco, camino spento e aghi di pino.
Gusto: dolce all’imbocco, non troppo salino ma ben agrumato, frutti di mare, pepe nero. Suggestioni di cannella. Ancora arancia, vaniglia e legno bruciato, quasi polvere da sparo. In bocca le due anime si dividono in due momenti ben distinti, il legno bruciato la fa da padrone nella seconda parte.
Finale: sale, legno, torba, liquirizia e limone astringente.
Commento: un Laph incendiario con una torba squisita ed un po’ sbilanciata verso la potenza pura. Poco importa, può andare bene anche così.
Valutazione: 87
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