Naso: essenzialmente torba. Una torba acida, leggermente chimica ed intensa mista ad una legnosità giovane e ben marcata. Se da un lato questo aspetto di Islay ce lo si può aspettare e ci accompagnerà per tutto il viaggio, emerge un lato leggermente fruttato (sempre però abbastanza acido, quindi limoni e mandarini poco maturi) e un accenno di crema pasticcera (sempre e ovviamente al limone) interessante. Frutta secca. Completa il tutto un profilo marino di buona fattura, vicino al Lagavulin 16 per intenderci.
Gusto: imbocco “watery”, ben presto lascia spazio alle caratteristiche salienti della bevuta, per cui spezie e sale in quantità, una certa rotondità di corpo non da sottovalutare, legnosità intensa e ben equilibrata. Ben affumicato ed intensità sopra la media. Dopo 45 minuti è cambiato davvero pochissimo.
Finale: a dir la verità un finale quasi gentile rispetto al “prima”. Oak pieno, ben torbato e qualche tendenza al dolce che moquetta la gola. La parte migliore?
Commento: ben fatto Bowmore! Non è una vera e propria tempesta, la torba c’è ma è misurata (25-45 ppm?), interessante il legno che ci accompagna ma senza invadere, dram che si fa bere anche se ben oltre i 50 gradi. Ripeto, ben fatto.
Valutazione: 87
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